Lavori letterari anno 2012 - A.L.B.A.C.A.S.

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Lavori letterari anno 2012

Eventi > Premio Stefania Noce > anno 2012
 
 
 
 
 
 

                                 PREMIO STEFANIA NOCE - A.S. 2011-2012
                            Sezione Letteraria : VITA SCUOLA LETTERATURA
                  LAVORI  PRESENTATI  DALLE ALUNNE E DAGLI STUDENTI


PRESENTAZIONE

    Possiamo dare come titolo a questa raccolta "Occhi ebbri di speranza". Esso ci pare adatto a significare fasi particolari della vita umana, la fanciullezza e la giovinezza, che i nostri ragazzi vivono in uno stato di dionisiaca e, allo stesso tempo, tragica incertezza. Se a questa aggiungiamo la più generale situazione in cui "naviga" la nostra società in quest'epoca, caratterizzata da complessità e fuochi fatui, da liquidità dei rapporti sociali e crisi, noi genitori ed educatori ci possiamo rendere conto di quanto sia difficile stabilire legami apollinei e generatori di vita con questi nostri giovani. Pur tuttavia non disperiamo. Anzi, consideriamo le loro espressioni come luci che si accendono nell'oscurità, luci che, come lucciole in una notte senza luna, possono indicarci la via.
    In questa maniera abbiamo voluto intendere anche questi lavori. Sono poesie, disegni, racconti brevi e composizioni fotografiche che non hanno nulla di pretenzioso. Al contrario, sono genuini, non alterati da presunzione e carichi di attesa. Non ci riferiamo alla possibilità contingente di riuscire a vincere uno dei premi messi in palio, ma all'attesa come desiderio, come speranza. La speranza che questi lavori possano essere letti e visti da occhi che nella loro attenta disamina si fanno guidare da "Psiche e amore", da "Ragione e sentimento", dalla mente e dal cuore.
    La ragione potrebbe scorgervi ancora, nonostante le limature e i cesellamenti, motivi di critica formale e, nella peggiore delle eventualità, sentirsi offesa dalla presenza in essi di errori e refusi. Ma credo che, limitando la nostra lettura alla ricerca di queste incongruenze, faremmo opera ben misera. Le impavide allieve e i non meno coraggiosi allievi che hanno presentato queste opere non si sono cimentati in prove di stile. Questo, si sa, non è solo un attributo biologico e non arriva a maturazione con il semplice compimento della maturazione fisica. Bisogna certamente coltivarlo. Come per l'agave, che dopo molti lustri fa nascere il fiore e poi muore, dobbiamo aspettare affinché da chiunque si cimenti con le arti delle Muse nasca il capolavoro.
    Più semplicemente invitiamo a leggere questi scritti così come James Hillman, uno psicoterapeuta di scuola junghiana, invita a leggere ogni produzione di immagini. Nel suo libro, "Le storie che curano", egli scrive: "Non soltanto i poeti sono poeti: una parte di ciascuno di noi funziona poeticamente e appartiene alla classe poetica. Questa classe è continuamente impegnata nell'attività immaginativa, che dal punto di vista delle altre classi è sempre inutile e sempre una piacevole perdita di tempo. La psicoterapia è l'arte che coltiva questa classe della psiche. Essa coltiva le sue attività immaginative, quelle che di continuo tornano sulla finzione di curare il nostro amore, il nostro passato, la nostra morte. Come tale la psicoterapia è un'educazione all'attività immaginativa della classe che ha tempo a disposizione, insegna l'arte di vivere fra immagini".
    Oltre che a rimandare al testo citato, questa lunga citazione merita, forse, un breve commento, onde liberare il campo da alcuni fraintendimenti. Innanzitutto, appare chiaro che l'autore parlando di classe non si riferisce ad essa nell'accezione economica o di ceto sociale. Ciascuno di noi appartiene a questa classe perché in ciascuno di noi c'è una parte, l'attività immaginativa, che ci fa appartenere a questa classe. Più indietro l'autore aveva precisato di intendere "la classe nel senso platonico, dove il termine indica una prospettiva interna al corpo politico, esistente anche in ciascun individuo".
    Inoltre, non dobbiamo illuderci che coltivando quest'arte delle immagini possiamo di punto in bianco sperare di curare "il nostro amore, il nostro passato, la nostra morte". La psicoterapia non è un'arte medica, è arte letteraria che ci aiuta a percorrere la via che l'oracolo di Delfi indicava a Socrate, la via del "Conosci te stesso". Cosa possiamo pretendere di più?
    Infine, non dobbiamo farci prendere da "pruderie" o da risentite insofferenze ideologiche leggendo l'ultima frase della citazione. "La classe che ha tempo a disposizione" non è un elite, una casta privilegiata di individui, ma l'umanità intera che si libera della schiavitù del lavoro e, ottenuto questo risultato, si libera della ben più perniciosa schiavitù del tempo "libero" così come viene a configurarsi nella nostra società.
    L'integrità del nostro corpo e il tempo che abbiamo a disposizione nell'arco della nostra vita sono, fra i beni primari, quelli che dovremmo imparare a salvaguardare con cura particolare. Allorché anche il nostro tempo "libero" viene occupato da attività preconfezionate ed etero dirette (penso alle molte ore che si trascorrono davanti alla televisione o impegnati con i video giochi o in internet o a visitare piccoli e grandi mercati del consumo di massa) non possiamo più parlare di tempo libero, ma di una nuova forma di schiavitù.
    Coltivare, invece, l'arte del dialogare, del leggere, dello scrivere, del fotografare, del filmare, del dipingere, del cantare, del danzare, del recitare, del suonare, del corrispondere, del fare sport, in sintesi, coltivare l'attività immaginativa può veramente restituirci il gusto della Libertà, che rischiamo di perdere.
    Di questa attività immaginativa e di molte sue espressioni è stata privata Stefania Noce. Sappiamo tutti come ella potesse eccellere in molte arti e così rendersi utile al benessere della nostra comunità. Un destino crudele, per mano assassina, non ce lo ha permesso; ma crediamo che il ricordo di lei sorridente e piena di vita possa ispirare ciascuno di noi e guidarci verso il ben pensare, il ben parlare e il bene agire.
                                                                                            Salvatore Barone


                                                          

                                                                      A  STEFANIA
                                                                                                 di  Danilo Miano IVB

Qualcuno ha raccolto un fiore,
un fiore speciale, di mille colori.
Qualcuno ascolta una canzone
una canzone d'amore, di belle parole.
Qualcuno legge delle poesie
la poesia di un Dio donna e nera.
Qualcuno voleva spezzare una vita
ma la tua vita è racchiusa e vive
nell'odore di quel fiore,
nel ricordo di una canzone,
tra le parole scritte che ci hai lasciate.
STEFANIA VIVE CON NOI.  



                                        RICOSTRUIAMO LA NOSTRA PRIMAVERA
                                                                                                   di Eraclea La Rocca  VA  

La primavera è come una casa in costruzione.
La casa è un nido di pace, amore e pieno di vita,
quindi la primavera è la casa della vita.



                                                            INSIEME SI PUO'….
                                                                                       di Margherita Bucchieri  VA

Insieme si può ballare ad una festa o in un sogno,
insieme si può cantare al karaoke o in una recita,
insieme si può giocare a pallavolo o al calcio,
insieme, ogni giorno, si può andare a scuola,
insieme si può studiare storia e italiano,
insieme si può oltrepassare l'oceano o il mare,
insieme si può preparare una torta o un tiramisù,
insieme si può volare come farfalle,
ma solo una cosa si può insieme creare:
l'AMICIZIA che per crescere occorre ogni giorno
annaffiare, proteggere, coltivare.
                                                                  

                                                                      PER  TE
                                                                                                 di Eliana Nativo  VA

Per te che, come il sole,
ballavi sulle viole.
Per te, bella come la luna,
hai avuto solo sfortuna.

Per te che, come i fiori,
donavi la luce e i colori.
Per te che amavi l'arcobaleno
E ripudiavi l'odio e il veleno.

Per te che contemplavi le stelle
Pur rimanendo ribelle.
Per te che adoravi gli animali
Ora sei un angelo con le ali.

Con la pioggia o il sereno
Noi non ti dimenticheremo.



                                                          IL PAESE PERFETTO
                                                                  Segnalazione di merito di Aurelia Addamo  VB

    C'era una volta un paese perfetto, un paese senza difetti, un paese dove la violenza non esisteva. In questo paese non esistevano differenze tra maschi e femmine, tra omosessuali e lesbiche. Questo paese era strano perché sempre in festa, era un paese molto felice e i suoi abitanti, anche se pochi, erano sempre volenterosi e altruisti. Come in ogni paese, anche in questo si lavorava, ma in modo diverso, in modo allegro. Infatti tutti gli uomini, appena alzati, andavano a pulire il paese per farlo risplendere in tutta la sua bellezza; le donne invece preparavano canti e balli per la sera. In questo paese non occorrevano i soldi, anzi non servivano per niente! Qua esistevano solo parole pacifiche e non di guerra. Questo è il paese in cui ogni bambino vorrebbe vivere.



                                                       UN REGALO SPECIALE
                                                                                           di Barbara Giacchi  IIB Media

      C'era una volta una bambina sempre triste. Era così triste che gli uccelli smettevano di cinguettare sul davanzale della sua finestra, le farfalle smettevano di volare quando attraversavano il giardino della sua casa, i gatti si ammutolivano invece di miagolare quando si nascondevano nel suo cortile. Era una bambina così triste che vederla sempre sola e con lo sguardo assente preoccupava tanto la sua mamma. Ma questa bambina, che si chiamava Anastasia, non era stata sempre triste. C'era stato un tempo in cui sorrideva sempre alla sua mamma e al suo papà. Un giorno però la guerra portò via il suo papà e il suo sorriso. Le era passata la voglia di vivere e dalla sua finestra osservava il mondo che continuava a girare nonostante la sua tristezza. Anastasia non si curava del profumo delle crostate che la sua nonnina le preparava e non si accorgeva degli amici che l'andavano a trovare.
    "C'è qualcuno che ti cerca", diceva la mamma, ma Anastasia non si voltava. "C'è qualcuno che vuole giocare con te", diceva ancora la mamma il giorno dopo, ma Anastasia non si voltava. Le visite diventavano sempre più rade e Anastasia sembrava trascorrere la sua vita nel vuoto delle sue giornate.
    Un giorno la mamma e la nonna aprirono senza bussare la porta della sua cameretta e Anastasia, come al solito, non si voltò. La mamma e la nonna dissero alla bambina: "Al piano si sotto c'è una sorpresa per te". Anastasia ebbe un fremito, i suoi occhi da robot sembrarono scintillare. "Una sorpresa", pensò fra di sé. "Che m'importa delle sorprese!", disse alla mamma e alla nonna, ma vide nel loro volto la delusione. "E va bene, verrò a vedere di cosa si tratta!". La mamma e la nonna erano sorprese già dalla sola risposta. Anastasia scese i gradini della casa velocemente e, quasi volando, arrivò in soggiorno. Lì vide uno scatolone che sembrava muoversi e guaire. "Non è possibile!", disse Anastasia. "Gli scatoloni non possono muoversi da soli!".
    Si avvicinò e vide all'interno un tenero cagnolino bisognoso d'affetto. La mamma e la nonna si rivolsero alla bambina e le dissero con tono solenne: "Se vuoi che questo cagnolino diventi un membro della nostra famiglia, dovrai prendertene cura".
    Lì per lì, Anastasia non capì il significato di quelle parole e rispose meccanicamente che le andava bene quella nuova responsabilità.
    Di giorno in giorno Anastasia imparava a prendersi cura di un altro essere vivente, imparava le sue necessità, imparava che al mondo non c'era solo lei con il suo dolore e che, forse, era stata troppo dura con la mamma e con la nonna, con gli amici e persino con se stessa. Capì solo a quel punto il significato delle parole della mamma e della nonna. Imparò a considerare le parole degli altri, a condividere i momenti di gioia e di tristezza con gli amici e a resistere al solletico del suo cagnolino.
    Si rese conto solo allora che gli uccelli avevano iniziato di nuovo a cinguettare al suo davanzale, le farfalle a volare. Solo i gatti continuavano a starsene in silenzio nel suo giardino: ma questa volta solo per sfuggire al fiuto infallibile del cagnolino.



                                                                  SENZA TITOLO
                                                                                       di Giuseppe Lo Nigro  VB

      Oggi intendo descrivere la mia gatta. Si chiama Priscilla e ha 3 anni. E' robusta e non è molto lunga. Ha il pelo nero poco folto e con qualche macchia bianca, una coda molto lunga e quattro zampe. Ha unghie appuntite che le servono ad afferrare la preda. Ha una faccia rotonda, due orecchie triangolari, un naso rosa e schiacciato e ha due occhi espressivi, verdi e rotondi. E' solita andare a caccia e tornare per pranzo. Le piace giocare con i suoi cuccioli ed è anche molto protettiva. Per me è come una sorella perché a volte quando vado in campagna giochiamo. Mi piacerebbe averla sempre vicino perché non è solo una gatta, per me è come una persona, e perché suscita in me felicità, amore e buon umore.



                                                               LA LEPRE E LA LUNA
                                                                                              di Vincenzo Grosso  IIIB


    Tanto tempo fa la Luna disse alla lepre di dire agli uomini che quando lei moriva poi rinasceva e lo stesso sarebbe successo agli uomini.
    La lepre disse alle persone che quando moriva lei, morivano anche gli uomini e non sarebbero più tornati.
    La Luna chiese alla lepre che cosa aveva detto agli uomini. La lepre rispose che aveva detto che, quando sarebbe morta e non sarebbe più tornata, anche loro sarebbero morti e non sarebbero più tornati.
    Infuriata, la Luna lanciò un bastone contro la lepre e le spaccò le labbra. Da quel giorno le lepri hanno il muso spaccato e gli uomini quando muoiono non rinascono.



                                                                       POESIA
                                                                                 di Emiliano La Noce  IVA

Dopo molto tempo arriva la primavera
I fiori cominciano a sbocciare.
Gli animali si svegliano dal letargo.
I bambini, molto felici, escono fuori a giocare
Nelle strade con i propri compagni.
Non si vedono foglie secche e alberi spogli
La primavera porta allegria
A tutte le persone del Mondo.



                                                            I MISTERI DEL MARE
                                                                               di Mariapina Astuto  IIB Media (premiato)

Mi affaccio dalla finestra e vedo il mare
In un pomeriggio d'estate
Vedo il tramonto rosso
Nei tuoi occhi vivi e accesi
E già sento il brivido della brezza marina
Che mi accarezza dolcemente lo sguardo.
Il mare, che nasconde i suoi segreti
Più misteriosi, una nube smarrita
Sui monti lontani,
l'oblio del vento
della giovinezza rubata.                               Ciao Stefania



                                                        POESIA DELLA PRIMAVERA
                                                                                              di Soraya Cusmano  IVA


La primavera con i suoi colori
Vivaci, e con gli uccelli che cantano nei cieli
Sui prati la rugiada che splende
I fiori colorati e profumati si aprono,
le farfalle volano al vento,
i bambini giocano felici
e spensierati giocano con le bici.

                                                           

                                                               IL VENTO DI MARZO
                                                                                              di Matilda Ternova IVA

E il vento come un
Monello contento
Che fa capriole
Tra l'erba nuova
Va in altalena
Fischiando stornelli
Tra gli alberi
Verdi di
Primavera.


                                                             
                                                              UN PAIO DI SCARPE
                                                                            di Luca Licciardi  IVA (premiato)

Un paio di scarpe
Per ogni donna uccisa.

(La poesia è accompagnata da un disegno che rappresenta al centro una fontana zampillante, un prato e degli alberi intorno e tante paia di scarpe che scendono dal cielo).   



                                                                 LA PRIMAVERA
                                                                                           di Samuele Palmieri  IVA

     In aperta campagna vi era un albero tutto solo, che non amava avere nessuno accanto, nemmeno un fiore.
    Arrivò il giorno di primavera e tutti si svegliarono: piante, animali e fiori.
    La primavera si sentì al centro dell'attenzione perché tutti l'aspettavano e tutti assieme pronunciarono: <Che meraviglia! E' arrivata la nostra amica tanto aspettata>.
    La primavera si sentì importante per la sua bellezza, per il suo profumo, per la sua dolcezza, come se fosse una bella ragazza.
    Così vi fu un gran chiasso. Le campanelle azzurre suonarono a festa, gli alberi si misero a cantare, l'acqua del ruscello diede da bere a tutti gli animali e piante. L'amico vento portò notizie in tutto il mondo. Il Sole e la Luna si scambiarono i turni, il ciliegio era molto amato da tutti, perché era molto vistoso e tutti lo volevano con sé.
    Le giovani margherite fissavano con i loro occhi gialli quella bella ragazza, cioè la primavera che dà entusiasmo a tutti.



                                                                         TU ERI
                                                                                     di Martina Frazzetto  VB

Tu eri come il sole di mattina
E brillavi sulle rose.
Tu eri come le stelle
Che splendevano nei campi
Ti piaceva la natura
Ti piacevano gli animali
Eri una ragazza intelligente
Volevi cambiare il mondo
Ma un maschio te lo ha impedito.
Tu eri come le Margherite che cantavano
Con voce melodiosa
Eri tranquilla, serena, amica di tutti
Ma sei morta.
Non ti conoscevamo e ora sì.
Noi ti vogliamo bene
Anche se non ci sei più.
Non ti dimenticheremo mai, Stefy.



                                                          LA PRINCIPESSA STEFANIA
                                                                                                          Anonimo

     Un giorno in un castello lontano lontano viveva una giovane principessa di nome Stefania. La teneva prigioniera un drago che la minacciava con il fuoco.
    Un giorno la giovane principessa scappò dal castello ed il drago, arrabbiato, la trovò e la portò nel suo castello.
    Un giorno venne un principe con la spada dorata, entrò nel castello, uccise il drago e salvò la principessa.
    Così vissero felici e contenti per sempre.





                                                     LA POESIA DI PRIMAVERA
                                                                                                di Melisa Mile  IIIA
     

E' arrivata la primavera
Bella bella ogni sera
Ogni giorno nascono fiori
Di tantissimi bei colori
Ogni mattina di primavera
Sembra veramente fatta di cera
Ora le giornate sono più belle
E piace la sera guardare le stelle
E' bello giocare nei porticati
Invece di stare a casa imbronciati.



                                           
                                            LA REGINA DELLA TERRA E DEI FIORI
                                                                        Segnalazione di merito di Giovanna Li Rosi  IVB

    I fiori divennero padroni assoluti del paesaggio: c'erano fiori ovunque, e fiori variopinti, e alberi che circondavano la Terra come contorno. I fiori nel prato sembravano un tappeto: fiori di tanti tipi coloravano i verdi prati, si piegavano al soffio del vento delle correnti. Il colore dell'erba era di un'intensità accecante. Quel luogo era il regno degli alberi e dei fiori: una terra pura, fiori di mille colori, e adorna di migliaia di alberi. Lentamente comparvero anche i primi villaggi: sorgevano sopra le montagne e scendevano fino in pianura.
    Dopo mezza mattinata, due viaggiatori giunsero infine davanti al palazzo più straordinario che avessero mai visto. Era una sorta di castello piuttosto massiccio, fatto di pietroni squadrati, che si sviluppava interamente sul ciglio di un immenso altopiano. I fiori coloravano l'intero altopiano, come gli addobbi dell'albero di Natale, per poi finire nella grande pianura. L'ingresso principale si apriva proprio sulla parte più alta della montagna.
    I visitatori vennero accolti a strapiombo della montagna. La vista che si godeva dalla finestra era da mozzare il fiato: affacciandosi non si capiva se quello che si vedeva fosse un tappeto variopinto o piuttosto una tavolozza di colori, che per qualche capriccio degli dei, avesse deciso di capovolgersi e scendere a Terra.
    Nel cuore del palazzo reale c'era una sala perfettamente circolare che terminava con un tetto di cristallo sul quale venivano appoggiate splendide orchidee bianche. Sembrava di stare in un altro mondo. Qui furono ricevuti dalla regina: Astrea camminava come trasportata da una brezza leggera, sembrava non toccare terra. Era scalza e il suo corpo sottile era avvolto da una veste impalpabile. Aveva capelli trasparenti, simili a petali vellutati, che si dissolvevano lunghissimi nell'aria dopo avervi descritto ampi giri. Era evidente che il suo mondo non era quello degli uomini.
     La regina della Terra era diretta emanazione della Natura, una sua figlia prediletta.  



                                                                 LA PRIMAVERA
                                                                                     di Erica Di Benedetto  IVA

Ecco, la primavera sta per arrivare,
come una ragazza bella da guardare.
Lei, vestita coi suoi mille colori
E con i suoi buoni odori
Fa venire voglia di stare fuori.
Lei, che è stata nascosta in questi mesi freddi e tristi,
adesso esce mostrandoci paesaggi mai visti.
Lei, ragazza che gli uccelli fa cinguettare
E da tutti si fa onorare!
E come per magia,
porta a tutti gioia e allegria!



                                                                  LA PRIMAVERA
                                                                                      di Filippo Cummaudo  IVA

    Arriva la primavera e la vita rinasce. Appena la vedi, il cuore batte forte per l'emozione che arrivano le belle giornate e così arrivano i pomeriggi per giocare fuori con gli amici. La primavera è una stagione di gioia, di sorrisi e spensieratezza, di voglia di stare all'aperto, di fare lunghe passeggiate e di giocare al pallone come pazzi. E' una stagione in cui gli alberi si vestono a festa, con tanti fiori profumati, gli uccelli cantano allegri e felici per l'arrivo della primavera.



                                                            POESIA DI PRIMAVERA
                                                                                          di Gaetano Addamo  IVA

E' primavera.
La natura si veste di tanti colori
Che portano allegria nei nostri cuori:
nei prati spuntano le prime viole
e in cielo più caldo brilla il sole.
Tornano dai paesi lontani le rondinelle
E nell'aria si sente il suo di tante campanelle.
L'inverno è andato ormai via:
ha lasciato il posto alla stagione più bella che ci sia.



                                                          A TE BELLA STEFANIA
                                                                                          di Arianna Nicole Modica  IIIB

A te Stefania
Con simpatia
E allegria
Dedico questa poesia.
Ti hanno dato gli occhi e
Ti hanno detto: guarda.
Ti hanno dato il cuore e
Ti hanno detto: ama.
Ti hanno dato la bocca e
Ti hanno detto: parla.
Ma non ti hanno detto
Che con gli occhi avresti pianto
Con il cuore avresti sofferto
E con la bocca non avresti potuto difenderti.
Addio Stefania.



                                                      LA PRINCIPESSA ODETTE
                                                                                    di Giovanni Francesco Di Stefano  IIIA

    C'era una volta in un castello splendente una principessa che si chiamava Odette. Una sera d'inverno la strega Lagna andò al castello e imprigionò la principessa Odette nella torre.
    Un giorno il principe Gustavo andò a salvarla e la strega Lagna (fu punita). La principessa fu salvata e insieme al principe vissero felici e contenti.   



                                                                 LA PRIMAVERA
                                                                                        di Filippo Giacchi  IVB


La primavera è come un fiore:
odoroso, colorato e pieno d'amore.
La primavera è come una farfalla:
libera, leggera e bella.
La primavera è come un bambino:
spensierato, allegro e birichino.
La primavera è come me, come te:
ogni anno diverso, ogni anno in festa.
La primavera è come la vita:
eterna, perpetua, infinita.



                                       LA PRINCIPESSA ERIKA E IL PRINCIPE GIOVANNI
                                                                                           di Erina Krasniqi IIIA

    C'era una volta una principessa che si chiamava Erika che abitava in un castello grandissimo. Le piaceva fare delle passeggiate sui prati.
    Un giorno un principe di nome Giovanni la vide, se ne innamorò e la chiese in sposa.
     Infine vissero felici e contenti.



                                                                 LA PRIMAVERA
                                                                                           di Anita La Ferlita IVA

E' arrivata la primavera
Con il sole e con i fiori
Son tornate le rondinelle
Tutte insieme che son belle!
Niente sciarpe e cappellini
Non più giubbotti e cappottini
I bambini giocan fuori
Viva, viva tutti i colori.



                                                           OMICIDIO A SCUOLA
                                                                        Segnalazione di merito di Aldo Miano IIB-Media

    E' una giornata come tante, mi alzo dal letto, scendo in cucina e sento il dolce profumo delle cialde con la nutella. Mi siedo a tavola e, come un bambino viziato, chiamo la mamma per prendermi le posate. La chiamo, ma non risponde nessuno; vado a controllare per tutta la casa, ma non c'è. Dopo aver cercato perfino nello sgabuzzino, entro di nuovo in cucina e vedo un biglietto appiccicato sul frigorifero e leggo: "Sono a comprare il pane; oggi vai a scuola da solo". Tutto felice, preparo lo zaino e, fischiettando, esco da casa.
    Svoltato l'angolo, incontro il mio compagno Alessio e decidiamo di andare insieme a scuola. Entrati in classe, ci sediamo e dopo un po' arriva la professoressa che, con aria desolata, ci comunica che due nostri compagni, Giovanni e Andrea, sono scomparsi. Perdiamo un giorno di scuola perché è venuta la polizia per interrogare tutti.
    Quando suona la campanella, Alessio, Nunzio, Eugenio, Giuseppe ed io decidiamo che la sera dobbiamo ispezionare la scuola. All'inizio ci sembrava una cosa facile, ma arrivati lì alle 11,30 ci è venuta l'ansia; ma dovevamo farlo. Il primo ad entrare è stato Alessio che, dopo aver scavalcato il cancello, ci aiuta a salire.
    La classe di Giovanni e Alessio si trova al secondo piano, allora Eugenio (che noi paragoniamo ad Ulisse per la sua astuzia), mi suggerisce di salire sul tetto a terrazza e di aprire una finestra utilizzando il "piede di porco" che ha portato lui. Prima di arrampicarmi, prendo il lenzuolo che ho portato, lo tagliamo a strisce che leghiamo insieme per fare una lunga corda, che utilizzerò poi per far salire gli altri. Inizio la scalata. Arrivato alla finestra lego la corda ad un sostegno e la butto di sotto. Mentre aspetto gli altri, forzo la finestra, poi entriamo insieme e ci accorgiamo che la luce è accesa; stavamo percorrendo il corridoio e controllando gli armadi, quando sentiamo un grido. Alessio che si trova vicino alla stanza da cui proveniva l'urlo, apre la porta pian piano perché era così impaurito che non aveva il coraggio di spalancarla. Compiuta l'impresa, si guarda attorno e vede solo buio e con voce stridula ci dice che non c'è nessuno; ma d'un tratto qualcuno trascina Alessio dentro la camera; noi cerchiamo di trattenerlo, ma l'ombra lo tirava sempre più forte, tanto che per lo sforzo scivoliamo a terra e la porta viene chiusa a chiave
    Ci sediamo a terra e ci riteniamo dei cretini per aver avuto un'idea così stupida, però non ci arrendiamo, siamo in quattro, qualcosa possiamo combinarla; così cominciamo di nuovo a muoverci, quando si sente un altro grido. Ci allontaniamo da qualsiasi porta sia vicino, ma manca la corrente elettrica per un istante e quando si riaccende la luce non c'è più Giuseppe.
    Siamo rimasti solo in tre! Ma non ci arrendiamo neanche ora e andiamo avanti. Nunzio intravede qualcosa alla fine del corridoio, ma non sa cosa sia. Ci avviciniamo con cautela e vediamo un uomo che trascina un sacco nero, lo rincorriamo e lui scappa; ma Eugenio gli lancia il "piede di porco", lo colpisce e lui cade a terra.
    Controlliamo subito il contenuto del sacco e, purtroppo, c'erano i cadaveri dei nostri compagni. Ci scappavano le lacrime, ma sapevamo anche che era tutto finito, infatti avevamo risolto il caso. Non avevamo visto ancora chi era il colpevole perché il passamontagna che indossava era intriso del sangue che gli usciva dalla testa e non riuscivamo a toglierlo.
    Intanto erano già le otto del mattino e suona la campanella. Le professoresse ci guardano e piangendo ci abbracciano; chiamano i nostri genitori e ci mandano a casa.
    L'indomani si scopre che il colpevole era un professore di religione che qualche anno prima aveva insegnato nella nostra scuola e che, ormai impazzito, voleva fare un rito.
    Era finito tutto, però non avremmo più rivisto i nostri cari amici.



                                    LA PRINCIPESSA ERIKA E IL PRINCIPE ALEX
                                                                                                   di Erika Barbanti  IIIA

    C'era una volta in un castello una principessa di nome Erika. Un giorno un principe di nome Alex la chiese in sposa. Il padre di Erika accetto. Erano felici e contenti…. Ma un giorno…. Accadde una cosa bruttissima: un drago rapì Erika e la portò in un bosco. Il principe Alex combatté con il drago per difendere Erika. I due si sposarono e vissero felici e contenti.



                                                                
                                                             LA PRIMAVERA
                                                                                di Giovanna Azzato e Anita La Ferlita  IVA

    Ormai l'inverno è andato con i suoi passi lenti e freddi, ci ha lasciato una bella ragazza: il suo nome è Primavera.
    I vestiti freddi di velo bianco dell'inverno sono ormai passati, la primavera ci ha portato con sé bei vestiti caldi e pieni di fiori e di colori: il rosso ciliegia, il rosa pesco e tanti altri colori primaverili, insieme ai prati verdi che si abbracciano felici con tanti fiori colorati e profumi molto particolari.
    I peschi, che in inverno erano ricoperti di brina, si trasformano in alberi pieni di fiori di pesco. Quando la primavera se ne va, chiude le sue braccia portando con sé tutte le sue sensazioni, profumi e colori.   



                                                             SENZA TITOLO
                                                                                    di Giuliana Pepi  VA

    Salve a tutti, mi chiamo Giuliana Pepi, sono un'alunna dell'Istituto comprensivo "E.Fermi" e frequento la classe VA.
    L'Istituto che frequento si trova a Licodia Eubea, un piccolo paesino in provincia di Catania. Il mio paese, ultimamente, ha fatto un bel po' di cambiamenti, in pochissimo tempo, con l'elezione del nuovo Sindaco, Giovanni Verga.
    Il nostro Sindaco, già dopo poche ore dalle elezioni, si è subito "messo in moto" facendo aprire un campetto che era stato chiuso in precedenza e non era stata data ai ragazzi la possibilità di giocare. Il 20 maggio, lui ed altri volontari si sono dedicati al verde pubblico, andando a pulire e a togliere le erbacce dalla Villa comunale e dal parcogiochi che si trova nel Viale Regione Siciliana.
    Questo nostro Sindaco ha già fatto molto, e noi speriamo che continui a darsi da fare per il bene della nostra Licodia. Questo gesto mi è piaciuto perché ha dimostrato che ci sono delle persone che hanno un interesse per questo paese, un vero interesse.
    Il mio è un bel paesino, ma non è di certo il massimo perché si può fare e si deve fare ancora tanto, ma se già abbiamo iniziato a curarlo, le prospettive sono buone. La nostra città, in fondo, è piena di bellezze, ma bellezze nascoste, che devono essere messe a disposizione di tutti.
    Per rendere Licodia un bel paesino, come tutti noi sogniamo, perché questo è un nostro sogno, dobbiamo dare sempre una mano, aiutarci a vicenda, essere generosi e altruisti, solo così potremo rendere la nostra città accogliente, dove ci sia posto per tutti, un paese dove non ci sono pericoli, un paese dove tutti sono felici di abitare, un paese pieno di pace, gioia e felicità.
    Anche un paese per i giovani, in modo che possiamo divertirci ed essere felici di vivere qui.
    Questo è il paese che tutti sogniamo. Questo è il paese che io sogno. Voglio essere orgogliosa di abitare a Licodia, quindi, per cambiare le cose, dobbiamo contribuire, grandi e piccoli, per avere una vita serena.



                                                                     LA PRIMAVERA
                                                                                     di Nunzio Falcone  IVA

La primavera è come un fiore che sboccia,
la primavera viene e dà un profumo
cromatico al paesaggio,
con i suoi fiori di lille colori verdi,
arancio e rosa.
La primavera riveste gli alberi
che sono stati senza mantello
nell'autunno e nell'inverno.



                                                          IL PRINCIPE E LA POVERA
                                                                                        di Irene Palermo  VB

    C'era una volta una famiglia di poveri. Erano cinque in tutto.
    La madre si chiamava Margherita Pluiber, il padre Carlo Argent e i suoi tre figli Carlotta, Sandro e Geremia.
    Poiché Carlotta era la più piccola dei fratelli, le facevano sempre dispetti. Un giorno arrivò un telegramma per tutte le famiglie povere della città, e diceva che il principe avrebbe visitato tutte le case dei poveri.
    Arrivati alla casa della famiglia Argent, il principe decise che avrebbe sposato Carlotta. Carlotta si preparò per le nozze. La famiglia Argent divenne ricca. Carlotta sposò il principe e vissero felici e contenti.



                                                                    A  STEFANIA
                                                                                     di Francesco Dieli  VA

Cara Stefania,
certi ti hanno dimenticata, ma io non ti dimenticherò mai, per me sei una stella che brilla nel cielo.
La tua morte mi ha fatto riflettere molto. Per colpa di qualcuno ci sei andata di mezzo tu. Ciao Stefy, non ti dimenticherò mai.
A quell'assassino chissà che cosa gli è venuto in mente a prendersela con te, anima innocente; non facevi male neanche a una mosca. Perché, perché ti ha uccisa?



                                                             POESIA DI LICODIA
                                                                                       di Aldo Savasta  IIIA

Io abito a Licodia
Che è la vita mia.
Ci sono vigne con grappoli d'uva fresca
C'è il pesco con una bella pesca.
Licodia è molto colorata
E la gente vi è tanta affezionata
In questo piccolo paese si vive bene
E ognuno che ci viene si scorda le sue pene
In questo mio dolce paese
Ci sono poi moltissime chiese
E c'è ancora un'altra cosa importante
Che lo rende veramente esaltante:
aria fresca e panorama divino
ognuno ne gode nel suo destino.
                                                      


                                                     POESIA SU LICODIA EUBEA
                                                                                        di Concetta Lo Nigro  IIIA

Licodia Eubea è il mio paesino
Bello ma piccolino
In collina è situato
Da un gran castello è dominato
C'è un laghetto assai bello
Dove si specchia il paesello
D'inverno spesso dalla nebbia è circondato
A primavera di verde è colorato
E in estate matura il grappolo dorato



                                                                   SENZA TITOLO
                                                                                       di Erika Monteleone  IIIA

Il mio paesino situato in collina
È piccolino ma è grazioso come una signorina
Per le strade c'è tanta allegria
E tutti vivono in armonia
Dal calvario al castello
Il paesaggio è assai bello
A te Licodia, non ti scorderò mai
Sempre nel mio cuore resterai



                                                        
                                                     DESCRIZIONE DI LICODIA
                                                                                          di Desireé Natalia Chieto  IIIA

Io vivo a Licodia
Che è la vita mia
Licodia è un paesino colorato
Ed è anche un po' fatato
Io ci vivo perché è un paese in allegria
E un po' in compagnia
Licodia è bello
E un po' pazzerello



                                                                SENZA TITOLO
                                                                                    di Martina Addamo  IIIA

    C'era una volta una bellissima principessa di nome Sofia che viveva in un castello splendente. Ogni mattina davanti al castello passava un giovane principe su un cavallo bianco e si fermava per ammirare il castello della principessa. Il giovane principe chiese al padre di Sofia il suo amore; il padre di Sofia non era tanto convinto, ma poi accettò.
    I due giovani vissero per qualche anno insieme e poi decisero di sposarsi. Il giorno delle nozze Sofia era felicissima e anche il suo futuro sposo Matteo, ma non appena ci fu il momento di scambiarsi le fedi arrivò un terribile drago che portò via Sofia.
    Il giovane sposo combatté con il drago a lungo ed infine lo uccise.
    I due vissero felici e contenti nel castello.



                                                              PER  STEFANIA
                                                                                 di Andrea Scacco  VB

    Stefania, anche se non ti conoscevo, so che eri una ragazza intelligente. So che tu volevi cambiare il mondo, ma un mostro te lo ha impedito.
    Stefi, sei sempre nel mio cuore e non ti dimenticherò mai.



                                                   LA MIA MIGLIORE AMICA
                                                                                    di Salvatore Puglisi  IIB-Media

    Io e lei ci conosciamo dalla prima elementare e parliamo insieme di tutto e di tutti. Lei è molto brava nello studio, io invece sono più scarso, perciò quando ho bisogno, mi aiuta. Lei mi ha anche aiutato a fidanzarmi con una ragazza che mi piaceva. Io mi fido di lei e lei pure.
    Quando la prendono in giro, io la proteggo, perché è una ragazza e le ragazze vanno protette. Lei per me è una persona speciale, è molto intelligente, sa tutto!
    Io per lei mi farei anche ammazzare, ma non la tradirei mai: gli amici non si tradiscono!
    Non le ho mai rivolto una parola brutta; qualche volta la consolo, perché ogni tanto è triste e anche lei fa lo stesso con me.
    Lei è anche brava a cantare, anche a me piace cantare, ma lei ha una voce bellissima e quando la ascolto, mi si intenerisce il cuore.
    Resteremo sempre amici: non mi scorderò mai di lei!



                                                                 PER  STEFANIA
                                                                                   di Marco Emmanuello  VB

    Tu volevi cambiare il mondo, ma una persona di nome Loris te l'ha impedito. Non meritavi tutto questo perché eri una ragazza speciale, graziosa e piena di talento.
    Non ti conoscevo ma rimarrai sempre nel mio cuore, per sempre. La vita è come una cosa che viene e se ne va, ma purtroppo la vita è così.
    Non ti dimenticherò mai.



                                                       LA GIOVINEZZA RUBATA
                                                                                  di Elisabetta Addamo  IIB-Media

    C'era una volta una bellissima principessa di nome Stefania. Il giorno della nascita Stefania riposava nella culla, quando, ad un tratto dalla finestra entrò uno stregone il quale le fece una maledizione: "All'età di 24 anni ti accadrà qualcosa di brutto".
    Gli anni passavano e Stefania cresceva e si faceva sempre più bella. I suoi genitori non la facevano uscire di casa, avevano paura che la rapinavano e lei non aveva neanche qualcuno con cui parlare. Da qualche tempo però aveva cominciato a parlare con la cuoca.
    Erano le 14.00 del pomeriggio ed al castello ci fu un omicidio: era stata assassinata la cuoca. Stefania ne rimase colpita perché con lei aveva stabilito un bellissimo rapporto. Il giorno del funerale Stefania rimase a guardare la foto della cuoca e a un certo punto cominciò ad apparire una luce abbagliante: era la cuoca e diceva a Stefania queste parole: "Non avere paura, vai avanti, scopri tutto quello che non hai visto fino ad ora".
    Stefania il giorno dopo andò nel bosco e trovò una ragazza che si chiamava Rosa. Tra le due nacque un'amicizia bellissima, ma durò poco perché Rosa venne assassinata. Stefania era triste, aveva perso le due persone importanti della sua vita!! Stefania prese una decisione: CAMBIARE IL MONDO.
    Cominciò a viaggiare portando alla gente una nuova notizia: "BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE".
    Incontrò una ragazzo, Loris. Per lei era perfetto, infatti si fidanzarono. Arrivò il giorno del compleanno di Stefania. Era felicissima. Il giovane chiese al re la mano della figlia e il re gliela concesse.
    Dopo alcuni giorni dal matrimonio cominciarono i litigi. Stefania non ce la faceva più, ogni pomeriggio la madre le raccontava quello che succedeva in paese. La regina restò sconvolta perché in giro accadevano fatti molto curiosi. Stefania sapeva che le sarebbe accaduto qualcosa.
    Un giorno scrisse una lettera alla madre dove affermava che se lei fosse morta, la madre avrebbe avuto il compito di continuare il progetto "CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE", ma anche quello di "CAMBIARE IL MONDO".
    I due giovani non smettevano di litigare, ogni giorno c'erano discussioni, Stefania era stanca e allora lo lasciò.
    Lui non accettò questo fatto e si lascio prendere dalla rabbia, divenne furibondo, non capì più nulla, prese una pistola e la uccise.
    Il giorno del funerale la madre era triste e allora si ricordò della lettera della sua amata figlia e si ripeteva: "Cambierò il mondo per lei, mia figlia, la aiuterò da quaggiù a esaudire il suo desiderio".
    Stefania ha avuto una giovinezza rubata!
    Tanti angeli sono in cielo e tante bestie quaggiù a fare del male!!



                                                         LA FATA E IL DRAGO
                                                                                            di Giuseppe Caruso  IIIA

    Un giorno una fata di nome Erlina andò a fare una passeggiata nel bosco, ma all'improvviso vide un drago di colore rosso. Allora la fata iniziò a gridare "Aiuto, aiutatemi! Un drago mi vuole mangiare".
   Poi arrivò un mago che con la bacchetta magica trasformò il drago in una zucca.
   Alla fine il mago accompagnò la fata nel suo castello e poi le diede un bacio e vissero felici e contenti.



                                                         POESIA DI LICODIA
                                                                                        di Luca Zappulla  IIIA

Io abito a Licodia
Che è la speranza mia.
Io sono felice di vivere qui
Perché ogni giorno la vita è così.
Licodia è un paesino colorato
Ed anche fatato.
Licodia è un paesino
Ed è piccolino.



                                                               PER STEFANIA
                                                                                      di Enzo Giarracca  VB

    Stefania, tu non hai potuto vivere la tua vita e non hai realizzato il tuo grande sogno per colpa di un assassino.
    Questo sogno lo realizzerò io per te.
    Stefi, un'ultima cosa devi sapere che ti voglio bene anche se non ci sei.



                                                            VORREI VOLARE
                                                                                      di Virginia Semeraro  IIB-Media

Guardo il cielo,
vorrei avere le ali,
vorrei essere un angelo,
per volare e proteggerti dall'alto,
la vita ci ha destinati a stare insieme,
sei la mia gioia, la mia vita, la mia tristezza.
Tu mi hai insegnato tutto,
mi hai insegnato che tutto ha un senso,
mi hai insegnato ad andare avanti e
ad amare la vita,
mi hai insegnato che tutto ha un senso.
Vorrei volare,
guardare il cielo,
vedere il tuo sorriso,
perché è quello che mi fa andare avanti,
perché quando ho bisogno di qualcosa,
basta soltanto uno sguardo.
Vorrei essere una farfalla,
perché quando sei triste
potrei rallegrarti con i miei colori.
Vorrei poter donare il tuo sorriso alla Luna
in modo che di notte chi la guarda
possa pensare a te.
Vorrei essere un raggio di sole,
per illuminare il tuo sorriso.
Grazie per tutto quello che hai fatto per me.



                                                                 MIA MADRE
                                                                      Segnalazione di merito di Orazio Monello IIIB
                                                                                      

Guardo il cielo
Pieno di stelle
Ma una è la più splendente.
Quella stella sei tu, mamma.
Tu, colore infinito, nel giallo della tristezza
Tu, raggio di sole, nel buio della solitudine
Tu, che mi hai fatto il dono più grande
La VITA.



                                                   LA REGINA DEL FUOCO  
                                                                     Segnalazione di merito di Rebecca Guglielmino  IVB

    Il fuoco divenne padrone assoluto del caldo paesaggio. C'erano fiumi, laghi, oceani e mari di lava.
    I corsi di lava, la calda luce del sole e c'erano pesci multicolori infuocati che nuotavano tra le alghe.
    I colori dell'erba erano molto scuri, era difficile trovarli verde chiaro.
    Quel posto era il regno del Fuoco e della lava. Una terra piena di scintille, fiammette e qualsiasi cosa era fatto di fuoco.
    Lentamente comparvero le prime popolazioni.
    Da quel posto si vedeva un paesaggio accecante.
    C'erano due viaggiatori che furono accolti dai paggi della regina Priscilla. Aveva un vestito rosso rubino, le scarpe fatte con la lava e diamanti. I capelli rosso carmineo. Il castello della regina Priscilla era rosso smeraldo.
    C'erano cascate, fontane di lava multicolore.
    La sera compariva una luce che illuminava la terra del Fuoco.



                                                                 PRIMAVERA
                                                                                    di Francesco Failla  VA

Primavera bella bella
Primavera pazzerella
Piena di fiori
E di colori.

Sbocciano i biancospini
Volano e cantano gli uccellini
La Terra si risveglia
Dal lungo e cupo inverno.

Primavera gioiosa donna
Cintura di fiori alla vita
Rosa mai appassita.

Luce, speranza, gioia infinita
Sei tu promessa di nuova vita
E madre della terra fiorita.



                                                        LA CITTA' DELLE FATE
                                                                                          di Stela Mile  IIIB

    C'era una volta una bambina che si chiamava Amelia e abitava in una casa in mezzo al bosco.
    Un giorno era uscita a giocare, quando vide una buca. Si avvicinò per vedere meglio e vide che c'erano delle scale. Amelia cominciò a scendere le scale e appena arrivò in fondo vide una città piena di fate che erano tristi perché lo stregone aveva rapito la fata regina. Amelia chiese alle fate se poteva aiutarle e loro le dissero che il mago poteva essere sconfitto da un umano che poteva essere lei.
    Amelia accettò e le fate le diedero la polvere magica e un liquido che serviva per renderla invisibile.
    Amelia, appena arrivò nel castello del mago, si versò un po' del liquido che rendeva invisibile ed entrò. Vide la fata regina e mentre lo stregone dormiva, liberò la fata regina con la polvere magica e anche su di essa versò il liquido magico, ma prima di andarsene rese lo stregone buono con la polvere magica.
    Quando arrivarono nella città delle fate, si resero di nuovo visibili e le fate diventarono felicissime.
    Amelia disse che lo stregone era diventato buono e che le avrebbe aiutate, perciò la fata regina per ringraziarla le diede un sacchetto di polvere magica e le diede il permesso di ritornare in quella città quando voleva.



                                                              PER  STEFANIA
                                                                                     di Emanuele Micca  VB

Ciao Stefy,
ora che tu vivi nel silenzio, non so se tutte le persone ti pensano ancora. Per me tu illumini il cuore e non ti dimenticherò mai. Tu volevi cambiare il mondo, ma un MASCHIO ti ha impedito di realizzare il tuo sogno. Addio, angelo.



                                                             PER ME LA PACE E'
                                                                                      di Giada Gurrieri  VA

Per me la pace è:
una rosa senza spine
un arcobaleno che
non ha fine.
Una stella che ogni notte
non smette di brillare
un angelo che mi protegge
e che nel mio cuore legge:
amore, amicizia e libertà.
E per te la pace cos'è?



                                                                  SENZA TITOLO
                                                                                       di Giovanni Randello  IIIA

Licodia è un piccolo paesino
dove vivo in insieme a mio fratellino.
A Licodia io sono contento
e vivo tranquillo ogni momento.
Io adoro il mio paese
perché è bello ad ogni mese
da gennaio a dicembre
lo ricorderò sempre.



                                                               RICCHI E POVERI
                                                                                        di Ludovica Guarnaccia  VB
    C'era una volta…
una povera famiglia che viveva in strada. Il padre si chiamava Gaetano Sassari di 35 anni, la madre di 30 anni, Carmela, il figlio Matteo di 17 anni, la figlia Valeria di 14 anni.
    Un giorno, mentre camminavano, si ritrovarono davanti la casa dei signori Lastri. Erano ricchissimi, avevano una sola figlia che si chiamava Camilla. La famiglia Sassari girò per tutta la loro casa, o meglio dire la loro lussuosissima villa. Arrivati nel retro della casa, c'era il giardino dov'erano giochi, gazebo e molte altre cose stupende. Ma dopo Camilla andò nel gazebo per prendere un tè con la sua graziosa mammina. Poi, appena finito di prendere il tè, lei si alzò per fare una passeggiata nel giardino. La famiglia Sassari si sedette su un sedile che c'era lì davanti, quando Camilla passò e li ascolto, pur sapendo che erano poveri. Camilla era generosa, altruista, insomma, una ragazza perfetta.
    Un giorno Matteo suonò alla loro casa e rispose Camilla perché i suoi genitori erano fuori città. Ovviamente lei gli aprì la porta e lo fece entrare. Andarono a sedere nel gazebo per prendere un tè e ad un certo punto i loro sguardi si incrociarono e quel momento fu magico: si sentirono in un altro universo e si resero conto che erano fatti l'uno per l'altro. Ma i genitori di Camilla erano contrari a tutto questo, avevano detto che lei doveva sposare Lorens De Martines, un altro ricco, e ormai il matrimonio era stato preparato. Ma dissero anche che, se si amavano così tanto, potevano annullare il matrimonio con Lorens e organizzarlo con Matteo. Loro accettarono e si sposarono.
    Bisogna ascoltare sempre il cuore. Se Camilla non accettava, non ci sarebbe mai stato il matrimonio con Matteo.



                                                  LE RONDINI  di Sabina Colloredo
                        (Esercizio di bella scrittura eseguito da Giovanni Bocchieri  IIIB)

Lampi di luce
Virgole nere
Che si rincorrono
Nel cielo lontano.
Che accade?
Sono le rondini
Che arrivano man mano
Volano
Sfidando
Il vento
Che soffia
E  soffia
E
Non è mai contento,
ma il loro
è un coro
gridano
Bambini!
L'inverno sfugge
E
La primavera
Presto
Arriverà
Annunciata
Da un sole pallido
Che come mai
Arriva
Si posa
E se ne va.





                                                 SAN MARTINO di Giosuè Carducci
                           (Esercizio di bella scrittura eseguito da Anastasia Battaglia  IIIB)

La nebbia agl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mare;
ma per le vie del borgo
dal ribollir dei tuoni
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi di uccelli neri
com'esuli pensieri
nel vespro migrar.

 
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