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La porta stretta
C'è una qualità immediatamente percepibile per chi arriva a Licodia Eubea, la dignità.
Si respira già nei campi che salgono rapidamente verso la montagna, nei pini e nei lecci che ancora inframezzano i coltivi, nelle antiche rocce marezzate, nel cielo trasparente di nuvole alte.
Questa dignità austera la si trova poi nelle strade allungate sul dorso movimentato del piano -
Una città antica, fatta, insieme, di severità arcaica, di leggerezze barocche, di grazia pastorale.
Guardando i corredi delle tombe scavate nella pietra viva -
Nelle sculture raffinate dei Santi antichi e aristocratici, nei dipinti strani di episodi rari, nelle oreficerie corrusche, ancora una salda dignità feudale, che raggiunge i massimi valori estetici tra il XVI ed il XVII secolo, con importanti opere messinesi e palermitane e poi, se non declina, certamente volge in squisitezze contadine, negli ornati popolari, nelle gustose composizioni pittoriche, negli intagli corposi, nei profumi di bosco di una straordinaria arte gastronomica.
Tra il Passato e il Futuro c'è un passaggio difficile, un transito angusto ed erto, una porta stretta. Alla porta guardiani implacabili decidono cosa lasciar passare e cosa invece condannare all'oblio e alla morte.
I custodi siamo noi, è nostra la responsabilità della scelta inappellabile.
Noi troppo spesso distratti, troppo spesso ingiusti, cechi, incuranti, in malafede.
Considerando ciò è importante che un gruppo di persone con un gruppo di artisti di oggi, tenti di salvare, di consegnare al futuro, superando i pericoli della "porta stretta", un'opera del proprio passato.
Domenico Amoroso
Direttore dei Musei civici e Pinacoteca di Caltagirone